Arte e Letteratura
"La poesia dell'attimo" - percorso guidato
La mostra dedicata a De Pisis raccontata da noi

La mostra inizia con la descrizione del suo primo periodo artistico, dove il pittore risente del forte richiamo dello stile metafisico di De Chirico e Carrà. Le sue nature morte sono caratterizzate da uno stile semplice e da colori tenui, volti a richiamare l'amore dell'artista verso la sua città natale, Ferrara. Un'opera dal forte significante dei suoi studi giovanili è "Natura morta marina", un bellissimo olio su tela dipinto da De Pisis nel 1932 che raffigura un paesaggio marino, dove la maggior parte della tela viene invasa dall’immagine di una spiaggia desolata mentre il mare viene soltanto accennato, in lontananza, da una sottile linea che si unisce con il cielo. Gli elementi rappresentati in primo piano sono una serie di conchiglie di varia forma, come a ricordare le diverse sfaccettature dell'uomo immerso in questa enorme vastità del suo Io interiore. In questa prima fase il pittore-poeta si cimenta in una serie di lavori il cui genere sarà poi elemento distintivo del suo fare artistico: la natura morta. Tra quelli più famosi troviamo "Natura morta col martin pescatore" del 1925: l'opera è caratterizzata da colori intensi, gli oggetti sono disposti secondo un ordine che punta al ricordo ed al saluto dei ricordi lontani dell'adolescenza. La presenza del martin pescatore accentua inoltre il richiamo all'amore per la poesia pascoliana ed al tema della morte.

Natura morta col martin pescatore,1925, 46x71,5 cm, olio su cartone
Nella seconda parte della sala principale ci si ritrova davanti ad un periodo in cui l'artista ha raggiunto una maggior consapevolezza ed una più vivace espressività. Nel dicembre del 1925 De Pisis si trasferisce a Parigi e fin dai primi istanti percepisce l'energia frenetica di questa città. In questo periodo la capitale francese gode di un forte fervore culturale che le permette di diventare punto di riferimento per molti artisti. In questi anni studia i più grandi pittori del periodo e tutti i maestri italiani del passato presenti al museo del Louvre; conosce inoltre la pittura impressionista e lo stile pittorico en plain air di Utrillo e Pissarro. Il suo studio e la sua energia sono rappresentati nelle sue opere, come in"Strada di Parigi", dove la quotidianità viene mescolata con il movimento e la velocità dei tratti sottolinea la frenesia della città. In questa rappresentazione urbana l'artista porta gli edifici e la vita quotidiana ad elementi essenziali sommersi in un turbine di segni che fungono da riempimento dello spazio; i colori utilizzati tendono al monocromatico, finendo per essere notevolmente ridotti. Di diverso impatto é l'esplosione degli stessi presente nella composizione floreale rappresentata da "I grandi fiori della casa di Massimo" dove la resa precisa dei fiori e dei loro dettagli lascia il posto alle pennellate veloci e febbrili.

"I grandi fiori della casa di Massimo", 1931, 105x76cm, olio su cartone
Proseguendo il percorso si arriva a salire nella sala principale del primo piano, dove sono presenti una serie di opere che testimoniano la fase del ritorno di De Pisis in patria, nel 1939, a seguito dello scoppio della prima guerra mondiale. Trasferitosi in un primo momento a Milano e poi Venezia, in questi anni il pittore trasformerà l'atelier in una sorta di luogo dell'anima, allestendolo con fiori, mirabilia e dipinti vari. In questi anni si dedicherà alla sfera lavorativa, lavorando per mostre e commissioni. Tra le sue ultime testimonianze pittoriche troviamo i dipinti realizzati nel suo periodo di vacanza in Cadore. In questi anni ritorna ad uno stile più tranquillo e rilassato, prima dell'aggravarsi della malattia.

Il cortile dello studio di via Rugabella, 1943, olio su tela, 69,5x 50,5 cm
De Pisis trascorrerà gli ultimi anni della sua vita a Villa Fiorita, nei pressi di Brugherio. Dal 1949 al 1953 realizzerà una serie di opere che testimonieranno l'ultima fase della sua vita, caratterizzata da uno stile più quieto e puro. Tra le varie opere presenti segnaliamo "Natura morta davanti ad una finestra", dal richiamo lontano ed evanescente.
La sala principale si conclude con una serie di disegni di nudo, genere artistico che l’artista ha analizzato durante gli anni parigini. I suoi disegni richiamano la tecnica dello studio dal vero: le figure maschili riportate incarnano al meglio la bellezza efebica. Tra i disegni realizzati il bellissimo "Nudo disteso di spalle", una sanguigna su carte del 1930 in cui viene raffigurato un uomo disteso, con la schiena rivolta verso l'osservatore. La figura é molto semplice e con pochi tratti ben definiti, tipici dei periodi precedenti.
Tra le salette più interessanti troviamo quella dedicata alla corrispondenza tra Filippo De Pisis e il letterato bolognese Giuseppe Raimondi. La grande amicizia tra i due nasce nel 1916 quando ancora erano due fanciulli, e sarà segnata per tutto il corso delle loro vite dal sostegno e dal rispetto reciproco. Questa rapporto risulterà importante anche dal punto di vista collezionistico, in quanto Raimondi è il primo responsabile della raccolta e recensione delle opere del collega: sarà proprio il letterato a presentare De Pisis nel 1951 nella mostra antologica e nel 1952 nella monografia.
De Pisis | La poesia dell’attimo
22 dicembre 2018 – 2 giugno 2019
Padiglione d’Arte Contemporanea
Corso Porta Mare 5 | Ferrara
Orari
Chiuso il lunedì
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