Attualità e Viaggi
SPALtopia, episodio 2: Genoa-SPAL
Se una partita fosse pura questione di immaginazione

E se invece provassimo a disegnare degli scenari, come se le partite fossero pagine di libri ancora da scrivere?
Puntata #2 / 15^ di campionato / Genoa-SPAL
(u-to-pì-a; Quanto costituisce l'oggetto di un'aspirazione ideale non suscettibile di realizzazione pratica)
La statistica della vigilia è impietosa: quattro apparizioni a Marassi tra il 2017 e il 2018, un misero punto. Peraltro conquistato proprio contro il Genoa in una partita piena di recriminazioni arbitrali. La SPAL arriva, o forse è meglio dire torna, al Ferraris con la carica di chi vuole sovvertire l'evidenza dei numeri e approfittare di un Genoa reduce dalla feroce contestazione del suo pubblico dopo l'imbarazzante eliminazione in Coppa Italia. Marassi accoglie freddamente l'avvento del terzo allenatore stagionale e la partita rimane bloccata: le squadre si studiano e combinano poco, con la SPAL che si fa preferire per possesso palla e raccoglie puntuale gli elogi dei commentatori di Sky. Alla mezz'ora, tra gli sbadigli, la sblocca Kurtic con una sassata dai venti metri, innescando così i primi insulti dalla gradinata nord nei confronti dei rossoblù, virtualmente sempre più nello sprofondo della zona rossa della classifica. Sferzati dal pubblico e dal vento gelido che soffia su Genova, gli uomini di Prandelli si lanciano in avanti e trovano il fortunoso pareggio appena cinque minuti dopo, con Piatek che si ritrova tra i piedi un rimpallo nel cuore dell'area e batte l'incolpevole Gomis. Dopo l'intervallo Semplici decide di sostituire un Petagna un po' inconcludente con il vecchio leone Floccari. L'attaccante calabrese lo ripaga immediatamente: al 10' della ripresa controlla un pallone servito in verticale da Schiattarella e dai sedici metri lo piazza con un sinistro a giro sotto la traversa. Dopo altri dieci minuti di resistenza entra puntualmente Everton Luiz al posto di Missiroli, ma una giocata sconsiderata del brasiliano consegna palla a Pandev poco fuori dall'area: il macedone la calcia di precisione col destro, Gomis si ritrova inspiegabilmente il pallone tra le mani dopo che la sfera ha colpito la parte interna del palo. La SPAL palleggia, gestisce, conquista un paio di calci d'angolo grazie alle sfuriate di Lazzari che costringono Criscito a presidiare con diligenza la fascia sinistra. Su uno di questi corner Schiattarella piazza il pallone sul primo palo, Kurtic prolunga la traiettoria e sul secondo sbuca Vicari in totale solitudine per il gol dell'1-3. Il difensore non si trattiene, si toglie la maglia ed esulta smodatamente, memore dell'ingiusta espulsione che gli era toccata nello scorso campionato contro il Genoa. Fine dei giochi, la SPAL porta a casa tre punti pesantissimi nella corsa salvezza, lasciando il Genoa all'ennesima contestazione della sua stagione.
DISTOPIA
(dis-to-pì-a; Contrario di utopia: la realtà massimamente indesiderabile)
L'arrivo di Prandelli sulla panchina del Genoa complica i piani di una SPAL che sperava di poter fare da carnefice del malcapitato Juric e speculare sul malumore del pubblico di Marassi nei confronti della propria squadra. L'incertezza sull'impianto tattico e soprattutto sulla scossa motivazionale portata dall'ex ct della Nazionale induce inconsciamente i biancazzurri a giocare particolarmente accorti, memori anche degli svarioni che una settimana prima avevano regalato all'Empoli occasioni da gol in serie. La SPAL rimane schiacciata nella propria metà campo e non trova contromisure adeguate alle invenzioni di Pandev e agli strappi di Kouamé. L'ivoriano ad un certo punto viene buttato giù sulla trequarti da Bonifazi in un tentativo d'anticipo: il traversone da punizione laterale rimbalza inspiegabilmente in area e beffa Gomis, infilandosi direttamente in rete senza ulteriori deviazioni. Rinfrancati dal fortunoso vantaggio, i rossoblù manovrano con maggiore serenità, costringendo gli avversari a rincorrere, malgrado Semplici dalla panchina chieda più aggressività in fase di recupero. Un paio di interventi duri incattiviscono la partita ed a farne le spese è Lazzari: l'esterno viene abbattuto senza troppi complimenti da Criscito dopo l'ennesimo scatto ed è costretto a uscire dolorante, lasciando il posto a Dickmann. Priva del suo giocatore più determinante, la SPAL prova a spingere sulla fascia opposta, ma Fares non si rivela in giornata e non riesce mai a conquistare il fondo per un cross. A metà della ripresa Semplici decide di passare al 442 con Kurtic esterno destro, in modo da alzare un po' di più la squadra e contrastare il possesso genoano: la mossa sortisce benefici limitati, perché la SPAL crea solo qualche situazione di pericolo, ma a conti fatti non riesce a far male ai padroni di casa. Prandelli risponde sostituendo un esausto Piatek, reduce da 120 minuti di coppa, con Lapadula che viene immediatamente sommerso dai fischi di Marassi. L'ex attaccante del Milan sfrutta la sua occasione, sfuggendo a Felipe e calciando a botta sicura con l'intero specchio a disposizione. La palla colpisce Gomis in piena faccia, salvo poi tornare tra i piedi di Lapadula che deposita facilmente in rete col portiere parzialmente tramortito dalla botta. L'arbitro convalida, il guardalinee va verso il centrocampo, mentre l'intera SPAL corre verso il signor Pasqua per reclamare. Il direttore di gara però non sente recriminazioni, dal VAR tutto tace e si scivola verso il novantesimo senza altro da segnalare, eccezion fatta per l'ammonizione che farà saltare a Kurtic la delicata partita contro il Chievo. Il Genoa esce sostanzialmente ignorato dal suo pubblico per la pochezza della sua prestazione, mentre la SPAL se ne va a testa bassa, attesa da un altro processo. In zona mista il presidente Mattioli si arrabbia e si lascia scappare una frase che allude ad un possibile cambio d'allenatore, aprendo così in maniera incendiaria la settimana che conduce a SPAL-Chievo.
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