Attualità e Viaggi
SPALtopia: episodio 1, SPAL-Empoli
Se una partita fosse pura questione di immaginazione

In un calcio inaridito dal tatticismo e brutalizzato dagli algoritmi, è bello pensare di poter scatenare ancora l'immaginazione. Quella che da bambini ci portava a vederci dentro stadi stracolmi con compagni straordinariamente talentuosi, mentre invece eravamo a due metri dal cancello di casa, da soli e con due pietre a delimitare i pali di una porta più virtuale che reale. Il lavoro di giornalista sportivo porta più a raccontare che ad immaginare. Al massimo si finisce col pronosticare, che però è una cosa diversa.
E se invece provassimo a disegnare degli scenari, come se le partite fossero pagine di libri ancora da scrivere?
Puntata #1 / 14^ di campionato / SPAL-Empoli
(u-to-pì-a; Quanto costituisce l'oggetto di un'aspirazione ideale non suscettibile di realizzazione pratica)
Pronti, via e al terzo minuto il vecchio Pasqual si fa scappare Lazzari e nel tentativo di rimontarlo lo abbatte in area sotto gli occhi dei tifosi della Ovest. Sul dischetto si presenta Antenucci che spiazza Provedel e riscatta così il brutto errore con l'Inter. L'Empoli si ritrova costretto a fare la partita e si scopre: in chiusura di primo tempo Caputo prende il palo da due metri sugli sviluppi di un corner a Gomis ormai battuto. La SPAL recupera il pallone con un po' di fortuna, verticalizza con quattro passaggi e raddoppia con un preciso diagonale rasoterra di Fares su sponda di prima di Petagna. Nella ripresa il risultato rimane inchiodato grazie all'impeccabile prestazione difensiva dei biancazzurri: Semplici guarda nervosamente l'orologio e dopo 14 minuti e 59 secondi decreta l'inserimento di Everton Luiz per Missiroli allo scopo di proteggere il risultato. Una mezza e mezza tra lui e Bennacer fa inferocire il giovane trequartista francese che si fa quindi cacciare da Mazzoleni per doppio giallo. Iachini la prende malissimo, si toglie il cappellino e lo scaglia in campo, provocando il suo allontanamento. Semplici osserva la scena, invita i suoi alla calma e poi si liscia la chioma pensando a quanto gli stia andando meglio rispetto al collega. La SPAL quindi amministra con un picco di possesso palla del 70%, inserisce Moncini per conservare Paloschi in vista dell'impegno di Coppa Italia e chiude i conti a cinque dalla fine con una punizione calciata da Schiattarella e deviata in maniera decisiva dalla barriera.
DISTOPIA
(dis-to-pì-a; Contrario di utopia: la realtà massimamente indesiderabile)
Un principio di influenza impone a Valdifiori di rimanere a letto al caldo, mentre Schiattarella accusa un fastidio muscolare nel riscaldamento prepartita. Semplici decide così di mettere alla prova la sua fede di buon cattolico riproponendo Viviani dopo mesi di accantonamento, anziché fare adattamenti di ruolo. All'annuncio delle formazioni un brusio sommesso sottolinea la sorpresa del pubblico. Si creano bizzarre aspettative. Viviani parte bene, prende una traversa su calcio di punizione da 25 metri, ma commente un solo errore perdendo palla a pochi passi dalla propria area di rigore durante un inizio d'azione da rinvio dal fondo. Gomis prova a rimediare e travolge La Gumina. Mazzoleni ripensa ai suoi precedenti con la SPAL e non si mette la mano sul cuore: rigore ed espulsione. Semplici sacrifica Missiroli per mettere Milinkovic-Savic, che tocca il tiro di Caputo ma non riesce a evitare il gol. Con il pubblico inferocito, la SPAL si getta in avanti ma finisce col palleggiare per altri settanta minuti contro il muro dell'Empoli senza creare una singola occasione degna di nota. Un colpo di testa di Paloschi, entrato in luogo di uno spento Petagna, esce di poco dopo un bel traversone dalla trequarti di Lazzari. Il pubblico inizia a sfollare in anticipo per non trovare traffico e la SPAL prende lo 0-2. Il gol arriva su azione da corner e lo segna Maietta di braccio nel tentativo di divincolarsi dalla marcatura di Felipe. Mazzoleni e il VAR Manganiello considerano regolare la deviazione, liberando così l'esultanza sfrenata dell'ex bolognese che si gira verso la Ovest tendendo l'orecchio in segno di sfida. Il capitano Antenucci non ci sta ad accettare simile provocazione, così strattona l'avversario per la maglia e offre a Mazzoleni l'opportunità di mostrargli il secondo giallo, che gli costa la trasferta di Genova. La squadra esce dal campo sommersa da contumelie, ma va comunque a salutare la curva per il sostegno ricevuto durante tutta la partita.
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