Utilità e progetti
La Ferrara nascosta di Interno Verde
Intervista a due volontari della terza edizione di Interno Verde

Sabato 12 e domenica 13 maggio si terrà la terza edizione di Interno Verde, la manifestazione a cura dell’associazione Ilturco, che ogni anno rende possibile visitare i più suggestivi giardini privati di Ferrara. Una vero e proprio viaggio tra oasi ricche di memoria e di ricordi, attraverso le quali si vuole promuovere la ricchezza della città estense, permettendo agli stessi ferraresi e ai turisti di scoprire cosa c’è oltre i muri di cinta e le facciate dei palazzi. Una Ferrara immersa nel verde, come hanno raccontato a noi di Occhiaperti Francesca e Francesco, rispettivamente una veterana ed una nuova leva tra le numerose fila di volontari del festival.
Perché hai scelto di partecipare come volontario ad Interno Verde?
Francesca: “La prima volta l’ho scelto perché i miei genitori avevano aperto il loro giardino ai visitatori e per l’occasione avevano organizzato un aperitivo inaugurale. Mia mamma è stata la prima a coinvolgermi nel progetto, dicendomi che cercavano volontari. Ero da poco tornata a Ferrara, cercavo un’occasione che mi permettesse di aiutare gli altri e ho deciso di partecipare. Sono rimasta molto colpita dal contatto con le persone e dai tanti sorrisi che mi sono stati regalati… Da allora sono volontaria di Interno Verde da ben tre edizioni!”
Francesco: “Sono capitato ad Interno Verde perché l’anno scorso ce l’avevo proprio in casa mia. Io abito in una delle residenze che aprono i giardini il giorno del festival. A dir la verità non sapevo nulla dell’iniziativa, il sabato sera ero tornato a casa ignaro di cosa mi sarebbe aspettato il giorno seguente… La domenica mattina fui svegliato dalle voci di persone fuori dalla mai camera, mi affacciai alla finestra e rimasi scioccato nel vedere tutta questa gente nel giardino di casa mia. Ancora frastornato, scesi in fretta e furia in pigiama ed infradito perché avevo i panni stesi fuori, cercando di confondermi tra la gente mentre cercavo di capire cosa stesse succedendo!
Per fortuna incontrai tre ragazze dello staff con la maglietta di Interno Verde e il proprietario di casa, nei paraggi per controllare la situazione, che mi spiegarono dell’iniziativa in corso. E così mi sono ripromesso che l’anno successivo avrei partecipato come volontario alla nuova edizione!”
Come ci si prepara per l’apertura dei giardini di Interno Verde?
Francesca: “Ricordo che alla mia prima edizione avevo ansia da prestazione, perché immaginavo che le persone fossero interessate soprattutto al lato naturalistico-botanico dei giardini e io non ne sapevo veramente nulla… Quindi quest’esperienza mi è stata utile proprio perché ho imparato tante cose sulle piante. Sai, all’apertura dei giardini, i primi ad arrivare erano i gruppetti di signore anziane che, passeggiando, indicavano le piante, le riconoscevano e se le dicevano a vicenda. Seguendo loro mi sono fatta insegnare tantissime cose su piante ed alberi… Ad esempio ho scoperto che qui a Ferrara abbiamo un albero autoctono chiamato Spaccasassi!
Anche della seconda edizione conservo un bellissimo ricordo… Ero in un giardino di Corso Giovecca, famoso per la sua tartaruga di 70-80 anni. Nel giardino c’era anche una statua di una contadina che è caduta più volte a causa del terremoto. La prima volta ha perso le braccia, la seconda si è spaccata la faccia… Ogni volta, la signora che cura il giardino l’ha ricomposta ed adornato le crepe con le piante. Mi ha fatto davvero una grande tenerezza…
Quest’anno non so ancora cosa mi aspetterà, sono emozionata e nervosa al tempo stesso, ma sarà senz’altro bellissimo!”
Francesco: “A differenza di altri volontari che sono un po’ nervosi all’idea di fare da ciceroni, io sono carichissimo! Sicuramente studierò la guida per imparare storia ed aneddoti dei giardini presso i quali sarò volontario. Di natura sono un tipo molto scherzoso, quindi mi piacerebbe molto poter interagire con le persone, magari con qualche battuta o facendo loro da guida! Anzi devo dire che quest’esperienza di volontariato ha aumentato in modo esponenziale questo mio lato estroverso!”
Quali sono stati gli ostacoli che hai potuto constatare durante l’organizzazione dell’evento?
Francesca: “A dire la verità questo è solo il primo anno durante il quale ho aiutato un po’ negli aspetti organizzativi… Però ricordo che l’anno scorso abbiamo avuto qualche problema con i totem di cartone, volavano via in continuazione! Questo ha però sviluppato l’ingegno di tutti i volontari di Interno Verde affinché in ogni giardino ci fosse qualcuno addetto a tenere in piede il totem, usando pesi tipo torri di sassi o un unico sasso appeso ad filo.”
Francesco: “Ostacoli logistici, ostacoli dipendenti dall’irrazionalità dell’uomo… Non sai mai cosa aspettarti da un ragazzo o un signore che possono chiederti l’impossibile. Mi sono reso conto di quanto sia difficile cercare di portare avanti un progetto affinché sia perfetto in tutto e per tutto.
Da questa esperienza ho imparato soprattutto il sacrificio, la passione che le persone mettono nel creare un progetto, un qualcosa di originale e fuori dagli schemi. Anche se può sembrare una frase fatta, quando credi veramente in qualcosa i risultati arrivano. Adesso so cosa ci sta dietro tutti quegli eventi di cui noi studenti otteniamo informazioni grazie alle newsletter universitarie.”
Come descriveresti cos’è per te Interno Verde con una sola parola?
Francesca: “Direi collettività. No, anzi, apertura. Apertura sui posti, sulle facce, sui tanti sorrisi spensierati. Il semplice gesto di aprire agli altri il proprio giardino è bellissimo, ti permette di conoscere una Ferrara nascosta immersa nella natura.”
Francesco: “Conoscenza. Conoscenza derivante dallo studio sulle piante, dalle persone meravigliose tra staff e volontari che ho potuto conoscere.”
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