Attualità e Viaggi
Lo spettacolo della vita va in scena alla World Press Photo Exhibitions
Visita alla mostra che ci accompagna in un percorso di scoperta della realtà che ci circonda.

Sono proprio le fotografie le protagoniste indiscusse della mostra “World Press Photo”, in scena dal 29 settembre al 29 ottobre presso il Padiglione d’Arte Contemporanea. Ferrara ha quindi l’onore di ospitare gli scatti vincitrici dell’edizione 2017, ovvero le fotografie che, tra le oltre 80 mila esaminate, hanno convinto la giuria ad assegnare uno dei più importanti premi fotogiornalistici del mondo.
Una volta entrati all’interno del palazzo sono due gli elementi che colpiscono subito: le pareti bianche, che risaltano ancora di più le sottili cornici nere e i colori vividi delle foto, e il silenzio, nonostante il grande afflusso di visitatori. Il silenzio è facile da spiegare: è la risposta più spontanea (e forse anche l’unica) che l’essere umano può dare allo stimolo visivo che riceve durante la visita. In queste fotografie non esiste il mondo edulcorato che i giornali e la televisione spesso vogliono farci vedere, non esiste bontà e non esistono filtri per il sangue e la violenza. E’ tutto reale, talmente reale che risulta asfissiante. Un vero e proprio “schiaffo” alla nostra quotidianità occidentale, caratterizzata da relativa tranquillità e pace; un quadro triste della brutalità che ci circonda. La vita, vista attraverso gli obiettivi, si mostra in tutte le sue sfaccettature, dalla nascita alla morte, dalla guerra alla pace, dalla disperazione alla speranza. Sono proprio queste le magie che compie la fotografia: mostrarci, in maniera immediata, quello che mille parole non saprebbero farci nemmeno immaginare; coinvolgerci in un processo emotivo, farci sentire parte di una realtà che siamo abituati a vedere attraverso gli schermi.
Le fotografie appese ai muri sembrano prendere vita una volta sottoposte allo sguardo dello spettatore: urlano la paura silenziosa della bambina di Mosul o dei padri che tengono i neonati in braccio tra le macerie di Aleppo; urlano la forza di volontà di Lindsay Hilton che, nonostante sia nata senza braccia e senza gambe, pratica il CrossFit; urlano la voglia di libertà di una tartaruga marina impigliata in una rete da pesca abbandonata.
Urlano tante cose diverse e in una maniera talmente impressionante che non è facile convincere la propria mente che non si tratta di scene tratte da un film.
Sensazione che colpisce già alla prima serie di foto che hanno permesso di vincere il premio “foto dell’anno” a Burhan Ozbilici, il quale ha immortalato l’assassinio dell’ambasicatore russo Andrey Karlov. La dimostrazione del fatto che, la realtà, prima ancora che essere letta e spiegata, va osservata attentamente in ogni elemento, in ogni colore e in ogni movimento del volto.
Solo così risulterà, magari non del tutto compresa, ma perlomeno ricordata.
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