Utilità e progetti

IBO ITALIA: volontariato, cooperazione e crescita personale.

Assieme a Giacomo Locci andiamo a scoprire le opportunità offerte da IBO.
di Giulia Paratelli \ 31-07-2017 \ visite: 30829
IBO Ferrara
 
IBO è sicuramente una di quelle sigle che avete sentito in giro per la città.
“Faccio il volontario IBO durante i Buskers!” Oppure “Sai, c’è questo progetto di IBO ITALIA per il Perù che mi interessa speriamo mi selezionino.”
Ma cos’è IBO, chi ci sta dietro e soprattutto cosa organizza?
In un caldissimo pomeriggio di luglio ho incontrato Giacomo Locci, responsabile ufficio stampa e comunicazione di IBO per fare un po’ di chiarezza.
 
IBO nasce nel 1953 sulle rovine della seconda guerra mondiale in una zona particolarmente martoriata dal conflitto: il Belgio. IBO è un acronimo fiammingo che significa “soci costruttori internazionali” (la versione in lingua originale sarebbe Internazionale Bouworde) che sta ad indicare questa associazione di stampo religioso che andava ad aiutare a ricostruire le case dei civili che spesso dal Belgio si erano dovuti spostare in Olanda o in Francia per salvarsi ma che al termine del conflitto si erano ritrovati senza casa.
 
Qualche anno dopo, nel 1957, un sacerdote italiano che era entrato in contatto con la realtà di IBO decide di provare ad importare questo tipo di associazione in Italia, è la prima forma di volontariato europeo. Con il passare del tempo si passa da esperienze di volontariato legate alla ricostruzione ad un network più complesso che arriva fino alla cooperazione internazionale.
 
Scorrendo velocemente gli anni ed arrivando nel 2017, abbiamo la sede nazionale di IBO Italia a Ferrara, che esiste un’altra sede fisica in Italia, a Parma e che esiste un distaccamento di IBO Italia a Lima in Perù. Nelle altre città italiane esistono degli sportelli o dei referenti ma non è presente una sede fisica come nel caso di Ferrara o Parma.
 
Si parla spesso e tanto di volontariato ma quasi mai si ha un’idea concreta di ciò che si fa. Chiedo a Giacomo di farmi un po’ di chiarezza e di spiegarmi quali opportunità sono attive ora per un ragazzo che fosse interessato ad un’esperienza di volontariato.
 
“Esistono sostanzialmente quattro tipi di attività che sono attivi ora: i campi di lavoro e solidarietà, il servizio civile, il servizio volontario europeo e i corpi civili di pace.
 
I Campi di Lavoro e Solidarietà sono il primo progetto con cui siamo partiti negli anni ’50, si tratta di un progetto di breve termine, appena due settimane se si sceglie una meta italiana o europea mentre le settimane diventano quattro se si esce dall’Europa. Generalmente viene scelta come prima esperienza di volontariato, vi si può accedere dai 16 anni, si affrontano esperienze poco difficili da gestire. Presenta, va ricordato, uno scoglio economico: il costo del volo è a carico del partecipante.”
 
Il secondo tipo di esperienza offre IBO è il Servizio Civile, questo può essere svolto sia in Italia che all’estero. Se di servizio civile in Italia (il cui nome completo è Servizio Civile Nazionale, spero abbreviato con SCN) ne abbiamo sentito parlare tutti, un breve approfondimento su cosa sia il servizio civile estero è d’obbligo.
“Le attività di servizio civile all’estero che offre IBO sono quasi tutte in abito educativo. Al momento abbiamo attive delle collaborazioni in India, Romania, Perù sia nella capitale Lima che ad Ayacucho, Madagascar e Ecuador. Si tratta di un’esperienza di servizio civile di dodici mesi come nel caso di quello italiano, con un rimborso spese e con vitto e alloggio spesso incluso.”
 
Un’altra opportunità offerta da IBO è il Servizio Volontario Europeo.
“Spesso snobbato perché poco conosciuto o pubblicizzato è un’opportunità molto bella che noi stiamo cercando di far conoscere. Il servizio volontario europeo va ad inserirsi in quel calderone di opportunità per i giovani messi a disposizione dalla Comunità Europea sotto il nome di Erasmus+. Si tratta di un progetto simile al Servizio Civile all’Estero ma la destinazione deve essere un paese della Comunità ed ha una durata variabile dai due ai dodici mesi. Ha il vantaggio che la durata può anche essere breve quindi se un ragazzo non se la sentisse di prestare un anno intero della propria vita all’estero può scegliere un progetto più breve, prevede un pocket money mensile, vitto alloggio inclusi e spese di viaggio pagate. Il motivo della poca popolarità forse è dovuto alla mancata comunicazione istituzionale oppure alla mancanza di un bando come accade per il Servizio Civile; bisogna essere bravi ed andarselo a cercare all’interno delle opportunità offerte dal progetto Erasmus+.”
 
E i Corpi Civili di Pace?
“I Corpi Civili di Pace sono una novità assoluta. Sono stati creati nel 2013 quando un onorevole di SEL durante una notte di voto per l’approvazione della legge finanziaria riuscì a far inserire un emendamento che impegnava il governo alla sperimentazione di questi corpi come forma alternativa all’intervento militare.
È difficile riuscire a descrivere cosa sono perché come tutte le cose che non sono ancora realizzate è quasi impossibile per la nostra mente riuscire a creare un’idea o un’immagine.
Pensa alla guerra.
Se chiudi gli occhi e ti dico di immaginare una guerra tu hai subito l’immagine di incendi, scoppi, proiettili sparati, distruzione.
Ma se ti dico di immaginare che la guerra viene evitata tu che immagine crei? Si fa molta fatica a immaginare cosa facciano i Corpi Civili di Pace.”
 
I primi volontari sono partiti giusto qualche mese fa, distinzione Perù.
Cosa stanno facendo?
Stanno operando delle periferie della capitale che poco alla volta si stanno trasformando in vere e proprie favelas. In Perù è in atto una vera e propria urbanizzazione con enormi masse di popolazione che si spostano dalle aree montuose delle Ande alla periferia industrializzata della capitale. La città è al tracollo, i “nuovi arrivati” si fermano nella periferia estrema formando aree abitative abusive dove vige la legge delle bande e dove l’odine pubblico, la polizia e il rispetto della legge sta via via sfumando. Partendo dai minorenni si cerca di scolarizzare la popolazione e creare situazioni di convivenza.
“In generale i volontari devono cercar dei creare attività per andare a disinnescare un conflitto che deve ancora scoppiare, non deve trattarsi per forza di una guerra, si opererà anche in ambito di disuguaglianza sociale, di integrazione, di problemi ambientali.”
 
La durata di questo progetto è di dodici mesi, è previsto un rimborso mensile di 433 euro al mese come per il Sevizio Civile a cui si vanno ad aggiungere circa 14 euro al giorno per la diaria oltre al vitto e alloggio incluso. Il viaggio di andata e ritorno viene spesato assieme ad un ulteriore viaggio circa a metà servizio per tornare a casa una volta.
 
Spesso a Ferrara il nome di IBO viene associato al Buskers Festival, di cosa si tratta?
“IBO collabora col  Buskers Festival dal 2010. Ogni anno si sceglie una missione e grazie ai nostri volontari ai varchi del centro chiediamo una donazione al “Grande Cappello”. Il totale delle donazioni ricevute viene suddiviso tra organizzazione del festival (70%) e IBO Italia (30%). Negli ultimi anni abbiamo donato i nostri ricavi per progetti in Romania, Perù, terremoto a Ferrara, Tanzania e per le comunità colpite dal sisma nelle Marche e in Abruzzo l’anno scorso. Il progetto proseguirà anche quest’anno con la raccolta do fondi per una scuola per bambini con disabilità in Tanzania.”
 
 
 

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