Utilità e progetti

99 giorni senza Facebook, in breve

Cosa si prova ad allontanarsi dal social di Zuckerberg
di Nicola Minelli \ 10-05-2017 \ visite: 34270
smartphone addiction

Un po’ apocalittico, un po’ integrato, per tener fede agli studi di Eco, mi sentivo un po’ così quando Il 31 gennaio scorso ho scritto sul mio profilo che per più di tre mesi non avrei usato Facebook. Se ci credessi davvero? no, ovviamente.

Facebook
 
Chiariamoci: internet non è il male, i social non sono il cancro, i gattini su Facebook forse, ma ci si può passare sopra. In medio stat veritas, per questo il senso del mio esperimento non è stato quello né di allontanarmi da una realtà che non apprezzavo (perché ora ci sono tornato), né di prendere alla leggera l’esperimento. Nulla apocalittico in senso estremo insomma, ma semplicemente un desiderio di riflessione sul tempo, quello che io stavo buttando via. Veniamo ora al punto. Come si vive o sopravvive senza Facebook?
 
Non c’è male, grazie. Se me lo chiedeste ora vi risponderei così, ma certamente non è quello che vi avrei detto due settimane dopo l’inizio dell’esperimento. All’inizio si sta male. E si sta male se, come facevo io, Facebook copriva i tempi morti della giornata, ogni giorno, da anni (sono iscritto dal 2009). Non voglio nascondermi, credo che la mia fosse una dipendenza, e me ne sono reso conto solo scaricando un’applicazione che ha misurato i minuti spesi sul cellulare. Ho detto minuti, ma alla fine di una giornata diventavano ore. Il mio “record” di permanenza sul telefono? 5 ore. Ecco, quelle 5 ore perse mi hanno un po’ gelato il sangue, non è tempo che mi accorgevo di sprecare e sicuramente non era tempo investito bene. Ora, il tempo sul cellulare che misurava questa applicazione era il risultato di chiamate, messaggi, navigazione e social, ma io uso il telefono prevalentemente per rispondere a mail e sentire amici o colleghi di lavoro, e per fare queste azioni so di non impiegare ore. Ho dedotto quindi che gran parte del tempo era impiegato sui social, così ho detto basta e ho iniziato l’astinenza da quello che usavo di più.
 
Usavo Facebook prevalentemente per informarmi - rimanere aggiornato è stata la cosa più complessa in questo periodo - condividevo pochi contenuti e ho sempre commentato poco. In fin dei conti ero moderato e sapevo contenermi, rispetto ad altri utenti che invece arricchivano la propria bacheca continuamente. Ed erano proprio i post degli amici o delle pagine che mi succhiavano energie. Infatti, se da un lato io spendevo poco tempo per creare contenuti, ne investivo invece molto nel guardarli. La home di Facebook è infinita e bastarda, un algoritmo perfetto che ti mostra sempre quello che ti piace, ma subdolo proprio perché ti tiene incollato. E finisci col scorrere, scorrere, scorrere. Non me ne voglia Eraclito, ma non tutto può sempre scorrere, specie se il tempo passa tra cani, gatti e video stupidi.
 
2 ore, è il tempo che in media spendo al giorno sul telefono oggi. Ho guadagnato 3 ore al giorno che lentamente ho imparato ad investire in camminate mattutine, libri ed esperienze all’aperto. Tanto guadagno, insomma. Inoltre, ho visto che nel corso di questi mesi il desiderio di rendere conto alla gente di quello che stessi facendo si è lentamente attenuato. Ho limitato l’ossessione per le foto a tavola e ho fatto diversi viaggi impegnandomi ad immortalare e condividere su Instagram solo l’essenziale (che proprio essenziale non è, ma bisogna stare anche un po’ al gioco).
 
E allora perché ritornare? mi sono chiesto anche questo pochi giorni fa. Mi sarebbe piaciuto dire addio al social, in grande stile, come un avventuriero che persosi in un bosco se ne innamora e decide di accamparsi lì per sempre, ma non posso e non voglio. Devo essere però obiettivo: Facebook serve e mi è utile prima di tutto per lavorare e poi per informarmi, è stato difficile per me trovare altri mezzi così rapidi in grado di dirmi cosa stesse accadendo nel mondo. E torno anche per misurare l’impatto sulle mie abitudini di questo esperimento, che ha messo alla prova anche la mia forza di volontà; se ritornerò a sperperare tempo online vorrà dire che questa pausa di riflessione non è servita a nulla. Intanto provateci anche voi, ve lo consiglio. 

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