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Una serata di boxe

Cosa succede in un sabato diverso
di Giulia Paratelli \ 27-03-2017 \ visite: 18046
Boxe Duran
Fotografie di Giulia Paratelli
 
Questo sabato sera mi sono concessa una serata diversa. Ho degli amici che da anni fanno pugilato presso la palestra dei fratelli Duran e da anni mi invitano ad andare a vedere degli incontri.
 
Sabato ci siamo organizzati in un gruppetto e abbiamo deciso di andare.
 
Ho scoperto che esiste un protocollo per andare a vedere la boxe, ci si deve vestire eleganti, un po’ come si vede nei film ambientati negli anni ’20 ma senza i colli di volpe per le signore e i completi rigati per i signori. Farebbe troppo Al Capone forse.
 
Arrivata là, mi sono trovata davanti ai miei amici in camicia, scarpe eleganti, giacca abbinata ai pantaloni. Le ragazze sui tacchi, vestito intero, trucco serio, quello fatto bene, quello delle grandi occasioni.
Stavamo entrando al Palapalestre di via Porta Catena.
L’incontro degli opposti mi sembrava fin troppo evidente.
Dentro, su una gradinata di cemento grigio si guardavano due uomini o due donne prendersi letteralmente a pugni. La birra cominciava a scorrere così come gli incitamenti ai beniamini di casa, spesso questi non riportabili nell’articolo.
 
Tutto andava come da copione: gli arbitri in camicia bianca e papillon, i pugili in sgargianti vestaglie di seta luccicanti e l’immancabile ragazza del ring con tacco da 15 centimetri che porta in giro sorridente il cartello con il numero del round che sta per cominciare.

 Boxe Duran

A mano a mano che gli incontri si susseguivano (la durata varia a seconda che si tratti di pugili professionisti, neo pro o dilettanti) notavo come il pugilato nonostante la sua brutalità sia uno sport elegante. Le regole sono molteplici e vanno dal vietare certi tipi di colpi agli abbracci per riprendere fiato, i colpi bassi, ecc. Tutto viene insindacabilmente deciso dal giudice sul ring che segue l’incontro in modo ravvicinato spesso mettendosi in mezzo ai due pugili per dividerli. Ai giudici a bordo ring invece spetta il compito di assegnare i punti dei colpi. Esistono in richiami che vengono sempre accettati con un inchino da parte del pugile senza alcuna discussione.
I verdetti spesso vengono discussi dalla tifoseria ma i pugili accettano le decisioni senza scenate.
Al termine di ogni incontro c’è sempre l’abbraccio per l’avversario e spesso il riconoscimento della bravura altrui.
 
La boxe è una cosa seria mi spiegano durante l’ora di pausa per andare a cena. Nella stessa palestra Duran di Ferrara si incontrano persone di ogni tipo: c’è il disoccupato, il professore, l’ingegnere, il ragazzino scapestrato, il turnista e quello che aveva preso una brutta strada ma che poi si è sistemato.
 
I fratelli Duran sono famosi per le loro poche parole ma vengono sempre rispettati come maestri dai loro allievi. “La boxe ti insegna tante cose.. impari a mantenere la guardia e a stare sempre attento a non prendere colpi sia sul ring come nella vita ma al tempo stesso ti insegna a rispettare le regole, ci sono valori da seguire e che certe persone vanno ascoltate e non contraddette come gli arbitri o il tuo allenatore quando sta all’angolo fuori dal ring e ti guida su come muoverti.” mi spiega Mattia.
Già, la boxe, fucina di valori come si dice sempre. Pensavo fosse una frase fatta e invece ho capito che è davvero così. Il tutto senza formalismi, al punto che finita una ripresa l’allenatore non si fa di certo problemi a infilare una mano in bocca per togliere un paradenti o a riempire di vaselina il volto del proprio boxeur. Quanti allenatori di calcio farebbero altrettanto?
 
Così tra un incontro e l’altro, tra pugili che sanguinano e altri che dopo una doccia sembrano freschi e riposati che si siedono a bordo ring a fare il tifo per i compagni, la serata è corsa via nel segno dello sport quello vero, quello faticato, quello che si rispetta. Quello con delle tradizioni antiche che non si possono evitare come l’andare alle “riunioni di boxe” (questo è il termine tecnico) vestiti come se si stesse andando al matrimonio di un amico.
Se vi capita andate, ne rimarrete colpiti (in senso metaforico intendo).

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