Utilità e progetti
Le figure che popolano Museomix, seconda parte
Il maker, il programmatore e il designer

Eccoci alla seconda puntata (leggi qui la prima parte) e alla seconda giornata dell’evento mondiale chiamato Museomix. A remixare e rivoluzionare il Museo del Risorgimento e della Resistenza ci sono i makers, coloro che lavorano manualmente e sono sempre impegnati tra colla, sega, carta e trapano. Marco Pigozzi, di Copparo, laureato in geologia e attualmente artigiano: produce mobili e bigiotteria e ha ereditato dal papà la passione per il design. Giulio Gaddoni è un ventiseienne con un percorso accademico che va dai beni culturali all’economia, ma la sua versatilità lo porta a Museomix come maker amante dell’allestimento di mostre. Infine Mirko Vacchi, architetto e artigiano espero in riuso creativo dei materiali, che si dice soddisfatto al 50% di come il lavoro sta procedendo.
I programmatori sono una figura affascinante e fondamentale all’interno del team del museo. Due di loro sono giovanissimi, i ventiduenni studenti di ingegneria Pietro Fabbri e Alessandro Bertagnon. Il primo, ferrarese, ha come sogno un lavoro nel campo dell’audio, si dice contento per la quantità di cose che sta imparando, ma allo stesso tempo è perplesso sulla continuità di un progetto come Museomix, che è in potenza, tante idee che sarebbe bello mettere in atto davvero in futuro. Alessandro, invece, si è occupato di sistemi di automazione per musei durante la sua tesi di laurea triennale, e la sua professoressa gli consigliò di partecipare. Ed eccolo qui, all’opera davanti ad un computer gigantesco. Iosto Chinelli è ferrarese, ha creato il software di Occhiaperti.net, ed è qui per divertirsi e conoscere idee nuove. “Si cresce sempre nel rapporto con gli altri nella creatività!”, afferma sorridente.
Per ultime vi presento le designers, tre giovani donne determinate e impegnatissime. Aurora Iacono ha studiato Design a Ferrara, è parte del gruppo di Museomix chiamato MaCaCo e si dice entusiasta e soddisfatta al 100%. Serena Saponaro riduce la percentuale ad un 75%: dalla provincia di Taranto è venuta a studiare prima a Ferrara e poi a Torino, dove si sta specializzando in design sistemico, per la progettazione sostenibile. Secondo lei la vera prova sarà domani, e spera che i prototipi incantino il pubblico. Per ultimo vi racconto di Greta Negrelli, ferrarese, che mi spiega la difficoltà di lavorare rimanendo dentro a queste tempistiche. Sognando un’edizione di Museomix più lunga, afferma “Se avessimo i mezzi potremmo davvero rivoluzionare il museo!”.
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