Ogni giorno ci offre spunti su cui riflettere, così come ogni libro che leggiamo o ogni contesto in cui ci immergiamo. Gli artisti e gli scrittori si tuffano in questo mare di impulsi per creare opere uniche, innovative e che resistano al tempo. La realtà può essere anche lo spunto per un racconto magico, le fondamenta su cui creare un altro mondo, con le sue leggi e i suoi abitanti.
E proprio per festeggiare i cinque secoli del più celebre romanzo di fantasia di Ariosto, inaugura a Ferrara la mostra "Orlando Furioso. 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi". L'ultimo dei romanzi cavallereschi e il primo tra i moderni, dal 1516 affascina menti illustri come quella di Machiavelli e Calvino e trascina i suoi lettori nel suo mondo fantastico, le cui vere protagoniste sono due condizioni umane: desiderio e follia.
Dove Ariosto chiudeva gli occhi, per immaginare luoghi fantastici e avventure rocambolesche, noi li spalanchiamo, incantati dagli oggetti che ci circondano. La mostra, organizzata lungo le dodici sale di Palazzo dei Diamanti, offre l'opportunità di entrare nell'immaginario del poeta. I curatori, Guido Beltrami e Adolfo Tura hanno ricercato e raccolto oggetti e armi che facevano parte della cultura dell'Ariosto e che rievocano le immagini delle battaglie, anche interiori, da lui narrate.
La mostra conduce il visitatore per mano attraverso i temi: la battaglia, il cavaliere, la follia, il desiderio fino alle ultime sale, in cui si scopre il cambiamento del poema dalla sua prima alla sua terza, ed ultima, edizione. Fanno da protagoniste le donne, che nell'Orlando Furioso non rappresentano solo l'oggetto di un desiderio, ma sono soggetto loro stesse, capaci di prendere decisioni e di seguire i loro impulsi, come Angelica nei confronti di Medoro. Alla "Venere pudica" di Botticelli, rappresentazione della perfezione matematica di una donna, dalla candida pelle e dallo sguardo dolce, segue la forza di Giuditta, rappresentata vicino alla testa mozzata di Oloferne. Non solo Orlando, ma ogni personaggio ha un desiderio che segue senza tregua, fino a perderci il senno.
Incamminandosi nelle le sale si passa tra gli alberi di cristallo, teche in vetro che custodiscono e mostrano tesori come il più celebre romanzo cavalleresco del Medioevo, "Lancelot du Lac". Se mai questo nome vi dovesse suscitare un ricordo lontano non ben definito, vi aiuterò a far dissolvere le nebbie. Questo è il testo di cui Dante parlò nell'Inferno, riferendosi alla storia che lessero insieme Paolo e Francesca, che li fece innamorare e compiere il tradimento che causò la morte di entrambi.
Dall' "Inamoramento de Orlando" di Matteo Maria Boiardo, di cui il libro di Ariosto è un vero e proprio seguito, sino al quadro di Tiziano Vecellio, "Il baccanale degli Andrii", realizzato per Alfonso I d'Este e di nuovo a Ferrara dopo quasi cinquecento anni, la mostra si snoda tra arazzi, armature e testi antichi.
Un viaggio tra gli ambienti e le creature che popolavano la mente del poeta, tra i draghi, le dame e i cavalieri, fino alla luna.
La mostra "Orlando Furioso. 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi" sarà visitabile al Palazzo dei Diamanti dal 24 settembre 2016 all'8 gennaio 2017.
La mostra è stata prorogata al 29 gennaio 2017
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