Arte e Letteratura
Solo bagaglio a mano
Gabriele Romagnoli e la leggerezza

Solo bagaglio a mano non è un libro, è un manuale di sopravvivenza. Per imparare a vivere meglio e viversi tutto. Lo si legge avidamente in sole due ore, o forse potreste impiegarci di più se fate come me, che ad ogni saggio insegnamento di Romagnoli mi sono trascritta il numero della pagina, la morale e la sua importanza in una scala da 1 a 10.
Lo scrittore, nato a Bologna e giornalista per la Repubblica, sperimenta virtualmente la morte in Corea e attraverso una specie di rituale trae diverse conclusioni: chiuso in una bara ripensa alla vita, all’essenziale. Il bagaglio del titolo è la mole di cose che dobbiamo portarci dietro nella vita, e anche i backpackers più esperti lo sanno bene, viaggiare leggeri è sempre la scelta migliore.
Nella prima pagina del mio libro ho scritto tre cose: voto 10+, libertà e leggerezza. Poi eccolo lì, l’elenco delle cose da imparare, e quella citazione di Italo Calvino che mi torna in mente “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore.”. E infatti, dopo aver divorato queste pagine, si è invasi da un senso di pace magnifico. Romagnoli è un maestro nello spiegarci , attraverso aneddoti ed esempi (molti dei quali davvero divertenti), che è meglio essere lievi, asciutti e amanti della splendida imprevedibilità dell’esistenza. Eliminiamo le certezze, tutti quei pesi superflui che rendono i nostri movimenti nel mondo più rallentati e impacciati, e facciamo fuori i cattivi ricordi perché tanto non servono a nulla se non a provocare dolore. Piuttosto dovremmo stamparci nella memoria e goderci a pieno i momenti belli e spensierati, perché sono quelli che conteranno alla fine della corsa. È la filosofia del less is more, applicabile sia quando facciamo il bagaglio per un viaggio sia quando compiamo una scelta di vita, e su questo doppio binario di metafore si muove tutta l’opera. La flessibilità è una dote che secondo il buon Gabriele dovremmo avere tutti (il caro piano B), quella capacità di adattarsi ai cambiamenti e alle situazioni, andando avanti anche quando le cose vanno storte. L’obiettivo primario della nostra esistenza, in definitiva, deve consistere nell’essere, non nell’ingombrare: è l’essenza che conta, l’esperienza piuttosto che la carriera, l’abilità nel vedere in una perdita o in una fine un mucchio di occasioni ed inizi.
Non c’è niente da fare, questo libro fa venir voglia di perdersi nel mondo, con uno zaino piccolo piccolo, promettendo a sé stessi che, comunque vada, sarà un successo. Non rimane che correre in libreria, perché in sole 87 pagine c’è un’infinità di cose da imparare, c’è una rivoluzione.
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