Utilità e progetti
Lettera dai campanari ferraresi

Alleghiamo una comunicazione proveniente dai campanari ferraresi:
Sono diversi i momenti i cui i campanari ferraresi si ritrovano in cima al campanile del Duomo per suonare, ma di certo la sera del martedì grasso, detto della “Taccona”, vuol essere uno dei momenti più singolari dell’anno.
E’ la sera in cui il carnevale cede il posto al mercoledì delle ceneri, decretando così l’inizio della Quaresima. I campanari ferraresi, tra il serio e il faceto, con ritmi scherzosi ma con intenti seri, vogliono ricordare a tutta la città che i festeggiamenti carnascialeschi volgono al termine poiché occorre lasciare spazio al digiuno, alla preghiera, alla carità quali capisaldi di un percorso di riflessione che porterà poi ad un’altra gioia, ancora più grande, quella della Pasqua.
Quando l’elettrificazione non aveva ancora preso così piede e molti erano i campanari a servizio delle parrocchie era usanza suonare per la Taccona. Dal secondo dopoguerra in poi venne sempre meno richiesto l’intervento dei campanari e con esso anche la suonata per la Taccona, tanto da scomparire.
Al termine degli anni 80 il capo dei campanari ferraresi, Giovanni Vecchi, colloquiando con il vecchio capo dei campanari bolognesi, Luigi Chelli, viene a conoscenza di questa usanza e ne fa tesoro.
Nel 2007 la cella campanaria del duomo di Ferrara, su iniziativa di Giovanni, viene ripristinata per permettere alle campane di tornare ad essere suonate secondo l’antica tradizione del “doppio bolognese”. A questa rinascita seguirà la ripresa della Taccona fino all’ultima dello scorso martedì di carnevale.
E così, sul finire della sera, lo scampanio prende avvio.
Dapprima con i ritmi vivaci della “scampanzata”, dove lo scampanzatore, tenendo ferme le campane, ne suona contemporaneamente quattro tramite cordini in tensioni che permettono di battere il batacchio contro la campana; successivamente con suonate più pacate e solenni si passa a levare in aria le stesse campane.
A cadenzarle ci pensa la campana più grande, il cosiddetto “Giorgione”, il campanone di 24 quintali, chiamato così perché fuso nel giorno di san Giorgio, santo protettore della città.
È lui l’anima della festa. Fino a sei campanari occorrono per suonarlo. I suoi botti, nel silenzio della notte, riescono a raggiungere con facilità le mura della città e andare oltre. È soprattutto il suo suono grave a farsi sentire fin dentro le case, suscitando così la curiosità di quanti non si aspettano di sentire suonare le campane a quest’ora della notte.
E così, dopo varie suonate, vari momenti di viva allegria le campane piccole cessano di suonare mentre saranno proprio i suoi soli rintocchi profondi a riecheggiare per la città. All’inizio più frequenti, più intensi, per poi affievolirsi sempre di più fino all’ultimo lento rintocco. Ecco, è sopraggiunto il momento della Quaresima, il momento in cui la Chiesa invita alla riflessione per comprendere al massimo il mistero della Resurrezione e lui, il Giorgione, rimane lì pacato, in silenzio per quaranta giorni.
Noi campanari siamo davvero lieti di dare il via a questo progetto. Ci vediamo il 6 aprile!
I campanari ferraresi
Info nell'immagine!
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