Attualità e Viaggi
L'easter egg che scomoda Pechino
Fin dove può arrivare il potere del governo cinese?

Recentemente si è sentito parlare dei fatti che hanno coinvolto Devotion, un videogioco horror sviluppato dalla software house taiwanese Red Candle Games. Non ne avete sentito parlare? Qualche settimana fa è stato rilasciato su Steam, la principale piattaforma di distribuzione di di videogame online (conta circa 90 milioni di utenti registrati) di proprietà della Valve Corporation. Il gioco viene accolto con giudizi positivi dall'utenza e dalla critica. Fin qui non sembra esserci niente di importante, la solita storia di un gioco creato da una casa sviluppatrice indipendente che ottiene un buon successo. Invece no: gli sviluppatori della Red Candle Games hanno ben pensato di inserire un easter egg, ovvero una sorpresa indirizzata ai giocatori. In questo caso si trattava di un riferimento al meme che accosta il presidente della Cina, Xi Jinping, a Winnie The Pooh per via del loro comune aspetto "paffuto".
Sarebbe tranquillamente passato inosservato alla maggior parte dei giocatori occidentali, ma non è certo sfuggito agli utenti cinesi i quali non hanno esitato a esprimere il loro dissenso per quanto accaduto ed a bombardare con recensioni negative il gioco, al punto da costringere gli sviluppatori a rimuoverlo dalla piattaforma. Perchè Steam è sì un colosso americano ma è anche, per ora, tra le ultime piattaforme straniere a non essere state bloccate nella Cina continentale; la piattaforma di Valve si trova in una zona grigia, non avendo mai avuto l'approvazione ufficiale per operare nel paese, tuttavia è rimasta accessibile agli utenti cinesi (che si aggirano intorno ai 30 milioni, un terzo degli utenti totali di Steam), a dispetto delle rigide politiche del governo cinese in ambito videoludico che vietano tutti i giochi che ritengono essere violenti o anti-Pechino. Valve ha giustificato la rimozione di Devotion tramite un comunicato dove afferma che il titolo è stato ritirato dallo store per alcuni “problemi tecnici” e che tornerà disponibile solo quando verranno risolti; in seguito anche la casa sviluppatrice ha rilasciato le proprie scuse affermando che non era nelle loro intenzioni offendere qualcuno e che l'immagine incriminata non fosse altro che un rimasuglio della fase produttiva. Qui la difesa della software house inizia a scricchiolare, a causa soprattutto degli storici tra Taiwan e il governo di Pechino. Risulta dunque poco credibile che gli sviluppatori abbiano erroneamente lasciato tale frecciatina: basti considerare che neppure il film della Disney che ha per protagonista l'orsacchiotto ghiotto di miele è riuscito a scampare alla sistematica e inesorabile censura cinese.
Davvero il potere centrale di Pechino, nella figura del presidente della Repubblica Popolare Cinese, teme così tanto di poter risultar ridicolo da dover eliminare ogni traccia di dissenso ancor prima che si diffonda? Oppure è un semplice esempio di come non solo possano controllare ogni aspetto della vita dei propri cittadini ma anche di come siano in grado di influenzare ciò che non sarebbe di loro competenza? Per ora l'unica cosa certa è che se volete giocare a Devotion dovete aspettare che che ne vengano sistemati i “problemi tecnici”.
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